Leggere di etologia cognitiva mi procura un immenso piacere e al contempo grandissima frustrazione. Le menti degli animali, infatti, spesso funzionano meglio delle nostre. In senso adattivo, ma non solo.
Prendiamo, per esempio, il Desmodus rotundus.
Una volta fatta scorta di sangue, da essere sociale qual è, il pipistrello Desmodus rotundus si rende disponibile a nutrire non soltanto i questuanti del proprio parentado (kin selection), ma pure chi di famiglia non è.
Tuttavia, il tipo non è per niente scemo.
È stato sperimentalmente dimostrato «usando animali in cattività, che gli individui di un gruppo si riconoscono tutti individualmente e che il rigurgito è mirato, non fatto a caso. In definitiva, soltanto gli individui noti per il loro altruismo vengono nutriti». [Danilo Mainardi, Nella mente degli animali, Cairo, 2006.]
In parole povere, il vampiro di cui sopra attua un comportamento altruistico basato esclusivamente sulla reciprocità.
La domanda che Mainardi, a questo punto si pone, è come sappiano «questi altruisti, riconoscere e schivare gli imbroglioni».
Per gli etologi si tratta senza dubbio di un quesito affascinante. Ma per me, altrettanto interessante è provare a immaginare di mutuare il modello comportamentale di questi pipistrelli per valutare i protagonisti di questa nostra, ennesima, crisi di governo italiana.
Pensando al senatore di Italia Viva, Matteo Renzi, mi domando come si comporterebbe il Desmodus rotundus nei suoi confronti: lo nutrirebbe?
Per quanto riguarda la compagine di centro destra, finora all’opposizione… Alla luce dei loro trascorsi politici (e giudiziari, sia pervenuti a sentenza che prescritti che ancora in alto mare), il nostro amico alato accetterebbe di nutrire Silvio Berlusconi e Matteo Salvini? O anche la Signora Meloni, che vorrebbe correre al voto in piena pandemia alla faccia di tutte le grane degli italiani in questo momento?
E via discorrendo.
«Ecco allora che questi piccoli mammiferi volanti possiedono una mente che consente loro di riconoscersi individualmente, il che tra l’altro è indispensabile per organizzarsi gerarchicamente e per mantenere rapporti individualizzati, ma anche che sanno attribuire, a ogni individuo noto, ben definite attitudini. E, sulla base di questa conoscenza, calibrare il proprio comportamento.» [Danilo Mainardi, op. cit.]
Ecco, appunto.
E se poi da questi “topi con le ali”, a torto schifati per il loro aspetto, imparassimo qualcosa?
E se poi questo qualcosa riuscissimo perfino a trasmetterlo per via di apprendimento sociale da un individuo all’altro?
C’è un altro pipistrello, che vive in Nordamerica, che in questo senso ci dà anche lui dei punti. A proposito di trasmissione delle modalità di caccia alle larve, infatti…
Ma sto divagando. Questa dell’Antrozous pallidus, è comunque tutta un’altra storia.
P.S. In copertina: Desmodus rotundus, 1847. Source: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Desmodus_rotundus_1847.jpg
Febbraio 3, 2021
Sig.ra Emanuela,
il Suo post mi rimanda al discernimento.
Alla dote necessaria per le scelte qualitative.
Occorre studio, conoscenza, esperienza,
intelligenza, buon senso, consapevolezza,
giudizio critico, carisma.. non pochezza!