Nel cuore di Milano: la bellezza dei soldi

D&G Alta Moda, Palermo F/W 2017-2018, abito ispirato al “Gattopardo” di L. Visconti (foto dell’Autrice).

Salvo proroghe, il 31 luglio dovrebbe chiudersi a Milano, a Palazzo Reale, “Dal Cuore alle Mani”, la mostra «che celebra la storia artistica e creativa di Domenico Dolce e Stefano Gabbana». Visitandola, si ha l’impressione di entrare in un mondo parallelo. Gli allestimenti, suddivisi in dieci sezioni, sono perfetti in ogni dettaglio, compresi video e musiche scelti per accompagnare la fruizione immersiva dei “capolavori” esposti nei diversi spazi, con l’obiettivo evidente di renderli spazi ed esperienze unici.

La curatrice dell’esposizione è Florence Müller, storica dell’arte e della moda, autrice di fama mondiale. In una sua intervista a proposito del lavoro di preparazione a questa mostra, la Müller ha dichiarato: «Credo che Domenico Dolce e Stefano Gabbana siano tra gli stilisti più ispirati dalla cultura e dall’arte italiana, e quelli che la rappresentano più fedelmente».

Ho l’impressione che anche la professoressa Müller appartenga a un mondo parallelo – dev’essere per forza così, e forse è normale che lo sia, visto il lavoro che fa. Il brand D&G Alta Moda, Alta Sartoria, Alta Gioielleria rappresenta in realtà, a mio avviso, una italianità cristallizzata in un prodotto che all’estero semplicemente piace e vende bene, ma che dell’Italia propone tuttora una serie di stereotipi.

Bisogna dare atto che l’esposizione «celebrativa» mette in evidenza un know-how del “fatto a mano” strepitoso, che si avvale della collaborazione di Maestri dell’artigianato artistico nostrano ineguagliabili. Gli abiti sono vere e proprie opere, che lasciano stupefatti specialmente i turisti stranieri, rapiti in questa “bolla” di bellezza che riecheggia suggestioni cinematografiche (“Il Gattopardo” di Visconti), d’arte (da Raffaello a Caravaggio a Moroni fino al “Barocco Bianco”), nonché dell’Opera, emblema universale dell’Italia anche grazie al celeberrimo “Godfather” di Coppola…  – del resto, da sempre, le campagne pubblicitarie del brand D&G hanno puntato a reiterare le atmosfere di un Bel Paese da “dolce vita”, dove fotomodelle e fotomodelli incarnano per lo più il cliché “griffato” del “tipo” italiano. La foto di Steven Klein del 2007, che sembrava simulare l’aggressione di una donna da parte di un gruppo di uomini, fu uno scivolone: venne infatti rimossa sia in Spagna sia in Italia.

Campagna D&G 2007 di Steven Klein.

Ma la spettacolare mostra a Palazzo Reale, nel cuore di Milano – questo anche il titolo dell’installazione che chiude il variegato percorso espositivo, un abito che rende omaggio alla statua dorata della Madonnina – da chi è stata promossa e prodotta?

La promozione dell’evento si deve al Comune di Milano – Cultura, la produzione invece a IMG (International Management Group).

Perché ci interessa saperlo?

Ci interessa perché la realizzazione di una esposizione, e di una esposizione a questa quota, corredata anche da tutta una serie di interventi artistici collaterali, non è mai a caso. Non siamo nell’ambito della beneficenza, ed è opportuno ricordarlo, per quanto abbagliati dai meravigliosi specchietti del fashion ultraluxury.

IMG è un’azienda globale, parte della rete Endeavor – una holding statunitense con sede a Beverly Hills (California) – e ha la sua sede principale a New York. Attualmente può contare su una rete di settanta filiali in tutto il mondo, una delle quali è, appunto, a Milano. IMG si occupa di sport, intrattenimento e media a livello planetario, con attività che si ramificano attraverso tutta una serie di partecipazioni: dall’offerta di programmi TV del calibro, per esempio, di Premier League, Torneo di Wimbledon, America’s Cup…  in duecento paesi, a consulenze «a governi, città, associazioni e club sullo sviluppo e la gestione dei progetti di impianti sportivi […] e sull’applicazione e attuazione dei principali eventi sportivi […]». Per quanto riguarda gli avvenimenti sportivi nel nostro Paese, l’accordo di advisory in esclusiva per la distribuzione internazionale dei diritti media del Giro d’Italia, e di tutte le altre gare del pacchetto RCS MediaGroup, scadrà con IMG alla fine del 2025.

Il CEO di Endeavor è Ari Emanuel.

Secondo il “Los Angeles Times”, che il 7 luglio scorso gli ha dedicato un articolo a firma di Stacy Perman dal titolo “Ari Emanuel: Hollywood agent provocateur”, Emanuel sarebbe «one of the most powerful executives in Hollywood», cioè uno dei dirigenti più potenti di Hollywood. Secondo la reporter, che lavora su inchieste e storie aziendali che riguardano l’industria dell’intrattenimento, funzionerebbe più o meno così: Endeavor non solo rappresenterebbe talenti e negozierebbe accordi, ma grazie al suo ampio portafoglio di proprietà potrebbe trasmettere in streaming contenuti, concedere in licenza prodotti e produrre eventi dal vivo. In pratica, «by owning a piece of every slice of entertainment industry», cioè possedendo un pezzo di ogni fetta dell’industria dell’intrattenimento, Endeavor si sarebbe posizionata, secondo Stacy Perman, come competitor frontale di studi e streamer che operano in un ambito caratterizzato da dinamiche nuove che hanno rimodellato l’intero sistema.

Dietro la «sensual, elegant but also humorous» mostra di D&G a Palazzo Reale – così l’ha definita Nigel Hurst, Director of Exhibitions a IMG – possiamo dunque ipotizzare la presenza di una montagna di interessi che si intrecciano, dall’America all’Italia.

Il brand D&G è internazionale, Milano è pur sempre sinonimo di fashion “made in Italy” nel mondo: quale vetrina migliore per far circolare un po’ di quattrini?

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